“Mi ricordo che quando ero bambina, la nonna mi raccontava favole di giovani uomini che partivano “in cerca di fortuna”, questa era la frase che accompagnava sempre l’inizio delle loro avventure. E questa era la frase che mi faceva sentire le farfalle nello stomaco. Ho avuto la fortuna di poter viaggiare molto negli anni successivi, dapprima con i genitori e poi da sola. Ma i viaggi sono come la droga, più ne fai e più senti il bisogno di farne. Non mi bastava più avere due o tre settimane di ferie, volevo di più. Inoltre mi spaventava da morire l’idea di trascorrere tutta la vita nello stesso posto: volevo di nuovo sentire quelle farfalle nello stomaco, imitando i personaggi di quelle favole così affascinanti. L’idea di mollare tutto si faceva sempre più spazio nei miei pensieri, ma non trovavo il coraggio di farlo, fino all’anno scorso. Mi sono sentita improvvisamente pronta, la paura è diminuita e ha fatto spazio alla consapevolezza che quello era il momento giusto per fare il grande salto nel vuoto. È stata la scelta più azzeccata della mia vita! Da quando ho iniziato a viaggiare veramente, ho capito che posso cavarmela da sola, che ho la forza di un leone dentro di me e che nulla é impossibile. Viaggiando, il Mondo si é aperto davanti ai miei occhi facendomi capire quanto sia bello scoprire nuove realtà completamente diverse dalla mia. Certo, non é sempre tutto rose e fiori, ci sono anche i momenti negativi come questo in cui mi trovo adesso: c’è appena stato un colpo di Stato in Myanmar dove sono attualmente. Sì, é una situazione difficile, ma ho imparato a trovare sempre il modo di pensare positivo nonostante tutto. Questo aiuta. Pochi giorni fa, ho vissuto un incontro particolare. Ho incrociato due donne indiane per strada, casualmente, come capita ogni volta che vago per le strade senza una meta, forse in attesa che qualcosa accada.
-“Ehi, da dove vieni?”
-“Sono italiana, ma è da tanto che sto in Myanmar”
-“Ah, bene! Stiamo andando al tempio vieni con noi”
Non era una domanda, mi hanno presa a braccetto e letteralmente rapita Mi sono lasciata trascinare, ero in attesa che qualcosa accadesse, ed ecco apparire l’occasione davanti a me. Dopo una lunga camminata e diverse strade sbagliate, siamo arrivate al tempio hindu. L’interno era pregno del fumo degli incensi e del rumore sommesso delle persone inginocchiate in preghiera. Un luogo mistico, senza tempo. Una delle donne ha comprato cocco e banane da offrire ad una delle divinità e le ha date ad un uomo che con un mantra le ha poggiate ai piedi della statua. Poi è tornato, versando del latte nel palmo di ognuna di noi, benedicendoci con il fumo di una candela e disegnandoci il “bindi” sulla fronte con della polvere bianca e rossa. Dopo altri rituali come quello di appendere una collana di fiori al collo di altre statue e fare dei giri in senso orario attorno ad esse, è arrivata l’ora di pranzo. Siamo salite al piano di sopra, ci siamo sedute per terra e una ragazza ci ha messo davanti una foglia di banano da usare come piatto, servendoci sopra del riso con diversi condimenti. Ovviamente tutto in pure stile indiano, quindi niente posate, si usano le mani! Tutto ottimo e a costo zero. Sì, perché ho scoperto che il cibo al tempio viene offerto. Incredibile. Prima di tornare indietro, entrambe hanno voluto farmi vedere la loro casa per prendere un té con la famiglia. Tutto questo l’ho vissuto con persone a me praticamente sconosciute, ma é stato come se ci conoscessimo da una vita. Tutto fa parte dell’avventura e viaggiare ti prepara ad affrontarla, ti prepara ad affrontare la Vita”.
Noemi Bruno
Questa è l’esperienza che ha voluto donarci Noemi Bruno. Se anche tu hai un racconto o un’esperienza da voler condividere, invia una mail a: staffitalianmadhouse@gmail.com oppure contattami su Facebook o Instagram. Per vedere altre foto scattate dalla bravissima Noemi e per continuare a scoprire le sue avventure, vi lascio in descrizione i link dei suoi profili social. Vi assicuro che ne vale davvero la pena:
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