Dove dormire e mangiare

Innanzitutto voglio ricordarvi che la parola Albergue, non vuol dire Albergo, ma Ostello mentre, se si cerca un Albergo bisognerà cercare un Hostal. Gli Albergues per pellegrini sono molto numerosi soprattutto sulla via francese e ben distribuiti. Questo permette di scegliere in maniera molto tranquilla e personale le varie tappe del nostro cammino in base alle nostre esigenze fisiche e mentali. In questi ostelli si può pernottare per una sola notte e non è richiesta alcuna prenotazione. Da qualche anno a questa parte comunque soprattutto gli albergues privati, danno la possibilità di prenotare e magari offrono anche camere più riservate e confortevoli, a due, tre letti pagando ovviamente qualcosa in più. Indispensabile è la presentazione della Credenziale sulla quale ogni Hospitaleros (il gestore de los Albergues) pone el sello (timbro) che identifica univocamente la sua struttura. Los Albergues possono essere gestiti da privati, da municipalità, da parrocchie o da associazioni di amici del cammino, spagnole e spesso anche estere. Tutti comunque hanno le stesse caratteristiche e la stessa finalità, cioè quella di dare ospitalità per una notte ai pellegrini muniti della credenziale. Le tariffe sono variabili (dai 5 ai 15 euro) ed alcuni sono ad offerta libera, i cosiddetti donativi. Gli ostelli sono anche dotati di una cucina (anche se a volte manca il necessario per cucinare), di un refettorio, di telefoni, connessione a internet, lavatrici e asciugatrici a pagamento.

ab 2 Dove dormire e mangiare

Negli ostelli sono presenti docce e servizi igienici. Si va dal piccolo bagno privato da condividere con gli altri pellegrini, alle docce aperte in stile caserma. È buona norma per lavarsi portare con sé del sapone di marsiglia (magari ridotto a scaglie o grattugiato per occupare meno), un asciugamano piccolo (per i piedi) e un asciugamano grande (per il corpo). Per chi volesse si possono usare i teli in microfibra da piscina (li trovate in qualunque negozio di articoli sportivi), i quali pesano meno e asciugano più in fretta di un telo in cotone ma hanno l’inconveniente di trattenere gli odori. Se non li lavate spesso rischiate di ritrovarvi un odore di muffa nello zaino! Ricordatevi di portare un paio di ciabatte in gomma o sandali da mare per fare la doccia. Non fatela a piedi nudi! Per quanto riguarda le esigenze corporali, dipende dalle vostre abitudini ed esigenze personali. Le persone “se non è il bagno di casa mia non ci riesco” vivranno una prima settimana di crisi, poi si adegueranno. Gli ostelli più nuovi hanno la divisione uomo-donna e sono equipaggiati con wc, mentre altri ostelli hanno un bagno per tutti i pellegrini e c’è la turca. È conveniente portare uno o due rotoli di carta igienica da casa, poiché alcuni ostelli non ne sono dotati. È comoda anche nel caso in cui siate colpiti da un improvviso impulso e vi trovaste a dover “espletare” i vostri bisogni in un campo, ad esempio in un campo di girasoli, proprio come varie volte è successo a me. Per quanto riguarda le norme igieniche, quelle valgono ovunque. Lavatevi bene le mani, non sporcate e cercate di non appoggiarvi direttamente ai copri-asse. Ogni ostello è un fatto a sé. Ci sono albergues dotati di camere confortevoli, con letti a castello in legno, materassi comodi, cuscini morbidi, che possono ospitare al massimo cinque sei persone. Altri ostelli invece sono più “militari” e hanno camerate numerose (anche trenta o più persone), letti in ferro zincato, materassi appoggiati su reti a molle. La maggior parte degli albergues vi darà copri cuscino e copri materasso, alcuni previo supplemento di prezzo, ma ce ne saranno alcuni che sono privi di queste cose. Nonostante tutto, l’importante è posizionare il sacco a pelo su un letto e poter riposare per riprendere il cammino. Il resto sono solo dettagli ai quali ci si abitua presto. Ci sono molti siti web dove oltre alle solite informazioni, troverete anche recensioni di altri viaggiatori o votazioni sulle caratteristiche dell’ostello in questione, per avere un’idea a cosa si va incontro. Se vi sentite più tranquilli, o se lo richiedete, potete anche prenotare attraverso Booking, Hostelworld o Trip advisor, i più conosciuti e utilizzati siti di ricerca. Parlando con altri pellegrini sulla metodologia di prenotazione ostelli, vi consiglio di scaricare due importantissimi app: la prima si chiama Camino Pilgrim-Frances, per ogni paese vi fornisce la lista degli ostelli presenti, il prezzo ed il numero di telefono, anche se non sempre è aggiornata e da come mi hanno detto molti, a volte i prezzi sono diversi e più alti rispetto a quelli presenti sul sito ma basta telefonare e parlare con l’hospitalero che vi dirà tutto; la seconda si chiama Camino Ninja App, anche in questo caso per ogni paese viene fornita la lista degli ostelli presenti con l’aggiunta però anche degli alberghi che è possibile prenotare tramite app e senza telefonare. Cliccando qui troverai la lista di tutti gli albergues lungo il cammino.

Per quanto riguarda il discorso cibo, ci sono diverse possibilità. Iniziamo dal pasto cardine della giornata, la colazione, che dovrebbe darci normalmente tra il 15 ed il 20% delle calorie che impiegheremo durante il corso della giornata.  La colazione spagnola (desayuno) è molto simile a quella italiana e troverai negli albergues o nei bar, caffelatte (cafè con leche), brioches, pane tostato (tostada) con burro o marmellata (mantequilla o mermelada) e frittelle (churros). Ricordatevi sempre che siamo in Spagna e, se pensate di trovare tutti i bar aperti alle 7 di mattina come qui in Italia vi sbagliate di grosso dato che la maggior parte apre dopo le 9 (quindi organizzatevi per tempo). Riguardo il pranzo, di giorno è possibile fermarsi nei numerosi bar o ristoranti che s’incontrano sulla via, anche se questa scelta influisce pesantemente sulle finanze personali. Per la cena è possibile fare la spesa in un supermercato e cucinare in ostello oppure pranzare/cenare in un ristorante convenzionato. 1208762 10153246338695173 800526536 n 224x300 1 Dove dormire e mangiareQuesti ristoranti esibiscono il simbolo del cammino e la scritta “menu de peregrino” (o “del dia”). Si tratta di un pasto completo composto da: primo (di solito pasta, paella, riso), secondo (petto di pollo con insalata o simili), contorno (patate, fagioli/alubias, fagiolini /judias verdes), dolce (budino, yogurt), acqua, un quarto di vino e caffè. Il prezzo oscilla tra i 10 e i 12 euro. Attenzione all’acqua minerale in bottiglia, sempre piuttosto costosa a volte anche più dell’ottima birra locale (cerveza). Letta così sembrerebbe impensabile l’idea di mettersi a cucinare quando i ristoranti propongono una cena sostanziosa a così buon prezzo. Il fatto è che, dopo due settimane di riso, petto di pollo e budino, coinvolgerete altri pellegrini (italiani e non) nell’acquisto di viveri al supermercato e vi metterete a cucinare una bella carbonara come Dio comanda! Il cammino (a parte rari tratti) è costellato di paesi e città. Quindi l’occasione d’incontrare un supermercato, uno spaccio alimentare o una drogheria è molto alta. I prezzi variano da paese a paese. È anche possibile fermarsi nelle salumerie spagnole (dette “charcuterias”) e comprare un panino (di solito della lunghezza di tre spanne) ripieno con ottimo affettato e formaggio spagnolo (da assaggiare il prosciutto crudo locale “jamon serrano”). Ovvio che a lungo andare mangiare sempre panini è stancante ma lasciatevi guidare dalle sensazioni del vostro corpo. Ci saranno giorni nei quali una galletta o qualche biscotto con un po’ d’acqua basteranno a saziarvi, alti nei quali vorrete fermarvi a fare un po’ di “tapeo” (un pranzo composto da vari assaggi misti), altri ancora in cui vi accontenterete di un po’ di frutta. Il cammino è particolare e personale. Vi sorprenderà, non state lì a pianificare tutto! La maggior parte degli ostelli poi, come ho già detto in precedenza, sono tutti dotati di una cucina o cucinotto, al quale i pellegrini hanno libero accesso. Per prima cosa controllate che ci sia tutto il necessario, piatti, posate, bicchieri, pentole, colini anche perché non è detto che un ostello che abbia la cucina abbia anche le stoviglie! Prima di utilizzarli, lavate accuratamente tutte le stoviglie, poiché non si sa da quanto tempo stiano lì e chi le abbia usate prima di voi. Gli ostelli sono dotati di refettori dove mangiare e stare in compagnia. In seguito pulite tutto, le stoviglie, la cucina e i fornelli, per rispetto a chi verrà dopo di voi.

Per approfondire l’argomento, per saperne di più e se anche tu hai deciso di percorrere il Cammino di Santiago o sogni di volerlo fare prima o poi, ti consiglio di acquistare il mio libro dove scoprirai perché ogni anno, 300.000 persone provenienti da tutto il mondo, decidono di affrontare il Cammino più famoso al mondo. Se anche tu come me, hai sempre sognato di mollare tutto, consapevole che la vita che conduci non è quella che sognavi da ragazzo, la mia esperienza forse, potrebbe darti quel coraggio che per 36 anni a me è mancato…

Leggendo la mia esperienza scoprirai in maniera dettagliata e soprattutto provata sul “campo”:

  • la Storia del cammino (cenni storici, simboli e leggende) e luoghi simbolo;
  • l’abbigliamento e scarpe adatte, quale zaino comprare e soprattutto cosa metterci dentro;
  • durata e distanza del cammino, quanti giorni occorrono per completarlo e da dove partire in base ai giorni a disposizione;
  • come allenarsi prima di partire e la preparazione fisica necessaria;
  • quanto costa percorrere il cammino, dove mangiare e dormire lungo il Cammino;
  • se percorrere il cammino da soli per una donna può essere pericoloso e se ci sono possibilità di perdersi;
  • la risposta a tante domande e preoccupazioni (che poi erano anche le mie) poste da tantissimi aspiranti pellegrini e la possibilità di contattarmi per dissipare ogni tuo dubbio/esitazione;
  • infine, ti racconterò il motivo per cui un giornalista e conduttore radiofonico, ha mollato tutta la sua vita fatta di agi e materialità, per percorrere più di 900 km a piedi dai Pirenei all’oceano atlantico, da solo e senza telefono, dormendo oltre che nei vari ostelli anche in strada, in una stalla, in tenda, in un monastero abbandonato e vivendo due giorni presso una comunità hippie.

…. “Ho abbandonato il mio lavoro, lasciato casa, venduto la macchina, la moto, vestiti, il mio rolex e la maggior parte delle cose materiali che possedevo per seguire quella sensazione quasi assillante, asfissiante, imperterrita che una volta conosciuta non ti fa trovare pace: SANTIAGO, il cammino di Santiago. La mia vita aveva bisogno di risposte che solo un viaggio in completa solitudine poteva darmi” ….

Se vuoi conoscermi meglio, nel link sotto troverai un’intervista dove parlo della mia esperienza 👇👇👇

Mollo tutto e faccio il Cammino di Santiago, il libro di Cesare Deserto